24/02/14

Finalmente si parla italiano.

"Il gioco si presenta come un aspetto della vita ancora poco esplorato: è questo un fenomeno curioso, considerando l’importanza che l’attività ludica riveste – o dovrebbe rivestire – per gli esseri umani di ogni età, genere, appartenenza culturale.
A partire dalla fine del secolo scorso la comunità internazionale ha assistito alla formazione di una nuova disciplina, i Game Studies (o Studio del Gioco), nata dalla confluenza di contributi provenienti dai più disparati ambiti scientifici e umanistici: dalle Scienze Cognitive alla Matematica, dalla  Pedagogia all’Informatica, dalla Sociologia al Design, solo per citarne alcune.
Manca a nostro parere, nel panorama italiano, un testo di riferimento per coloro che volessero  avvicinarsi a questo affascinante contesto. Proprio con l’intento di soddisfare questa esigenza – che in diverse occasioni ci è stata espressa – abbiamo affrontato l’impresa di scrivere questo volume, che si propone di raccontare gli aspetti teorici dei Game Studies e offrire al contempo la loro contropratica progettuale, offrendo al lettore un’ampia panoramica sulla disciplina e i dovuti spunti di approfondimento."


Queste sono le prime righe dell'introduzione al libro "Game Design - Gioco e giocare tra teoria e progetto", scritto da Maresa Bertolo e Ilaria Mariani ed edito da Pearson.
Se Babbo Natale mi avesse ascoltato fin da subito, questo libro sarebbe già in giro da un pezzo, per quanto spesso e tenacemente ho espresso il desiderio di leggere in italiano i fondamenti dei Game Studies e delle principali teorie sul gioco, di avere un testo che racconti le varie fasi progettuali e le basi del game design.

17/02/14

Nova Ludica e il gusto per lo spoiler

Lascio un secondo da parte le riflessioni per passare a una segnalazione decisamente gradevole, visto che fra qualche giorno sarò ospite a Nova Ludica, una convention ormai giunta alla terza edizione, e organizzata da La Tana dei Goblin Padova. L'evento si svolge l'1-2 Marzo presso il ristorante La Cueva a Noventa Padovana (PD), dalle 14.00 di sabato alle 23.00 di Domenica.

I motivi per venire sono molti, ma per quanto mi riguarda basta e avanza il mix di giochi e specialità argentine, unito alla compagnia dei simpatici giocatori di Padova e dintorni.

15/02/14

Il piacere innanzitutto

Ancora per qualche ora, troverete Dear Esther a poco meno di due euro su Steam.
Vi porterà via poco più di un'ora.
Si tratta di una sorta di "viaggio" attraverso una storia vissuta esplorando un'isola (realizzata con un enorme grado di dettaglio) e i ricordi e i pensieri del protagonista, il tutto accompagnato da una splendida colonna sonora. Non ci sono sfide né interazione, di fatto è un gioco quasi in senso lato, ma se decidete di prenderlo mi raccomando di giocarlo "concentrati", come se guardaste un film un po' impegnato.

06/02/14

Maledizione!...

Ogni volta che viene annunciato un gioco che porta la mia firma è sempre un bel momento. Il mondo può finalmente dare una prima occhiata a quello su cui io sto lavorando da mesi, spesso senza avere la possibilità di parlarne con nessuno se non con collaboratori e playtester.

Ogni gioco ha, in un modo o in un altro, una storia da raccontare. La genesi dell'idea, un episodio divertente durante i playtest, le corse per consegnare regole o materiali entro la deadline.

Vudù è stato presentato al pubblico in questi giorni, e sta già raccogliendo ampi consensi grazie soprattutto alle splendide illustrazioni di Guido Favaro. Vederlo "in scatola" è un'enorme soddisfazione, per diversi motivi.

03/02/14

Maledetti numeretti!

Dopo un'ora abbondante di To The Moon, che mi sono sembrate sei, mi sono arreso di fronte alla totale mancanza di gameplay. Per chi non lo sapesse, To the Moon è il quarto videogioco di Kan Gao, ma la prima vera produzione commerciale del suo team di sviluppo, la Freebird Games.  

Il gioco è stato realizzato con RPG Maker, un tool per creare giochi RPG dallo stile volutamente retrò. To The Moon, però, non è un RPG, ma un'avventura grafica. Un'avventura grafica che, a una storia complessa e commovente oppone un gameplay minimal, talmente minimal da risultare nullo, tanto che alcuni recensori lo paragonano più a una graphic novel animata (poco) più che a un videogioco: gli pseudo-enigmi e i sottogiochi, di una banalità disarmante, sembrano solo un pretesto per raccontare la storia del protagonista. Tanto che io mi sono andato a vedere come va a finire su youtube, saltando le parti di "gameplay".